HAUTE COUTURE - DAY 3

Parlare di haute couture è come parlare di un'opera d'arte: può piacere, come può non piacere, può farti emozionare o arricciar...



Parlare di haute couture è come parlare di un'opera d'arte: può piacere, come può non piacere, può farti emozionare o arricciare il naso, può farti vivere una meravigliosa fantasia oppure rimanere annoiato con i piedi ben saldi a terra ma è assolutamente innegabile la sua unicità, la sua appartenenza ad un "livello superiore" rispetto a tutto ciò che hai visto fin ora. I capi presentati durante questi giorni infatti, non hanno niente a che vedere con quelli che vediamo aggraziare le passerelle durante le sfilate di prêt-à-porter e questo non è dato dal banale (ma pur sempre presente) fatto che al mondo sono pochissime le donne che effettivamente possono vantarsi di possederne uno, ma piuttosto dalla loro unicità, dai loro tessuti preziosi, dalla loro lavorazione impeccabile e minuziosa e soprattutto dalla sempre presente sensazione che mentre li guardi sfilare sulla passerella stai avendo la possibilità di sbirciare nella mente e nella fantasia di quel demiurgo della moda che è lo stilista. Ogni collezione presentata è un mondo a sé stante, che non ha altro scopo che dare libero sfogo alla creatività e alla voglia di sperimentare dello stilista il quale è tenuto a mantenere fede ad un unico obbiettivo: l'eccellenza. Anche se sono in molti quelli che ritengono che l'haute couture sia superata, che i capi presentati durante le sfilate di prêt-à-porter abbiano ormai raggiunto un livello di eccellenza pari a quella dell'alta moda, questo appuntamento con la creatività folle e meravigliosa dei stilisti/artisti continua imperterrito regalandoci ogni volta delle piccole grani opere d'arte.

Le collezioni presentate oggi sono state quelle di Maison Martin Margiela, Elie Saab, Jean Paul Gaultier, Valentino e Zuhair Murad


Maison Martin Margiela




Oggi con la sua collezione Martin Margiela ci ha regalato il giro del mondo in ventitré indimenticabili look. Prendendo qualcosa da ognuna delle diverse culture, Margiela presenta una collezione dove ogni singolo capo è veramente un'opera d'arte e dove ogni sguardo offre un dettaglio che prima non si era notato come ad esempio, l'utilizzo di stampe realizzate dal famoso architetto americano Frank Lloyd Wright nel 1955 per l'azienda tessile F. Schumacher & Co. oppure l'utilizzo dell'opera "Te arii vahine" di Gauguin che fa da stampa per un cappotto o ancora l'innumerevole dose di bottoni e spille che cuciti insieme compongono un incredibile abito/armatura. Nulla è lasciato al caso in questa collezione che rappresenta in pieno l'essenza prima dell'haute couture: il connubbio tra creatività, unicità ed eccellenza. 


Elie Saab



Guardare una sfilata di Elie Saab può essere paragonato al guardare una commedia romantica: già prima che inizi sai esattamente cosa accadrà e come andrà a finire ma la guardi comunque per il semplice motivo che ti fa stare bene. Probabilmente però è anche questa prevedibilità, questa sicurezza, questo non dover aspettare con il fiato sospeso che il prossimo look sfili sulla passerella che ha reso Elie Saab quello che è oggi: un grande couturier, sinonimo di eleganza e raffinatezza. L'impeccabile e minuziosa realizzazione di ogni singolo capo, la regale eleganza con la quale ogni modella calca la passerella, la capacità di mettere in scena abiti di una sensualità quasi virginale permettono a Saab di uscire a testa alta dal match dell'haute couture anche se forse qualche sbadiglio a noi spettatori è pure scappato. 

Jean Paul Gaultier



Che l'ispirazione di Jean Paul Gaultier per questa collezione di haute couture fossero le farfalle è chiaro a tutti ma è stato il modo in cui lo stilista ha deciso di presentare questa sua ispirazione che ha reso questa collezione speciale. Se da una parte infatti abbiamo abiti attraverso i quali l'ispirazione arriva immediatamente allo spettatore, in altri il gioco si fà più sottile. Un abito di chiffon modellato in modo quasi impercettibile a farfalla, un'intricata rete di motivi che solo se si guarda con molta attenzione presentano l'immagine del fragile lepidottero scelto dallo stilista, sono questi gli abiti meglio riusciti di questa collezione. Trattandosi di Gaultier non possono però mancare le piume, i boa,  le silhouette anni '80 ma soprattutto l'atmosfera da cabaret e sopra le righe che da sempre lo accompagnano. 

Valentino


Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli si sono ispirati alle grandi opere liriche per questa collezione, o almeno questo è quello che sostengono perchè, dopo il primo look che presentava una lunga gonna in tulle sulla quale era stato riportato lo sparito dell'opera di Verdi "La Traviata" , questo spirito dell'opera sembra perdersi e lasciare spazio ad abiti che ricordano animali come il serpente, il pavone, il leone e la tigre e alla monacale regalità che da sempre fa parte della loro estetica. Una sfilata non del tutto convincente, che conta (forse troppo) nel impeccabile e pulito taglio dei capi e nella loro realizzazione che purtroppo non basta a rendere questa collezione meno anonima e dimenticabile.

Zuhair Murad


La recensione verrà pubblicata a breve






  



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